L’arco è uno degli strumenti più particolari e antichi che l’essere umano ricordi. Si tratta di uno strumento che venne realizzato prevalentemente per la caccia e che risale sicuramente a tantissimo tempo fa, come vedremo successivamente. Ha una gittata molto elevata ed una precisione magistrale, per un arnese che difatti risulta essere molto più leggero di tante altre armi. Ma com’è che si può costruire un arco al giorno d’oggi? Vediamo insieme.
Origini dello strumento
Prima di tutto, sarebbe bene essere a conoscenza di alcune informazioni circa le origini di questo affascinante strumento. Già prime testimonianze di archi rudimentali risalgono a circa 60 mila anni fa, quindi nella preistoria: all’epoca, le frecce erano fatte di ossa di animali, ed erano usate per la caccia. Le frecce come le conosciamo oggi, più o meno, erano già in uso circa 22 mila anni fa; mentre il primo vero e proprio arco, praticamente uguale a quello che conosciamo oggi, risale a 10 mila anni fa.
L’arco era già largamente utilizzato dagli egizi, non soltanto per la caccia, ma anche come arma da guerra vera e propria. Gli assiri, i greci ed i cinesi fecero anch’essi propria questa invenzione, ma ne realizzarono un’altra molto simile: la balestra. Persino il nostro Leonardo Da Vinci realizzò una balestra gigante.
Come costruire un arco: prime informazioni
Dopo questo piccolo excursus storico, vediamo come si possa costruire un arco al giorno d’oggi. In primo luogo c’è da dire che esistono vari metodi. Nella realizzazione di un arco, infatti, va tenuto conto di una serie di fattori anche ambientali, come l’umidità, la densità del materiale da utilizzare e così via. Si può costruire un arco, però, anche dal nulla, con metodi che possiamo definire molto simili a quelli utilizzati proprio da uomini primitivi.
Il legno
Uno dei fattori cruciali di cui tener conto è sicuramente il legno. Questo può essere di diverse tipologie: per esempio abbiamo il legno verde, quello di frassino o di quercia. Di solito, chi costruisce un arco, cerca di far stagionare il legname diversi mesi (anche 12 se è necessario), proprio per fare in modo da rimuovere tutti i liquidi che sono all’interno delle fibre del legno. È ovvio che se ci si trova in situazioni particolari, il discorso legato alla stagionatura perde completamente ogni valenza.
Una volta scelto il legno, si può partire a costruire un arco persino da un tronco: si sbaglia a pensare che uno strumento realizzato da un tronco, magari anche caduto, trovato in una foresta, possa essere meno preciso o comunque performante di altri strumenti. Si possono ottenere dei risultati davvero molto soddisfacenti con la giusta accortezza. Importante è ripulire tutto il tronco da nodi e rametti secondari, oltre che scegliere un legno molto denso, per fare in modo che si possa flettere meglio.
Importanza delle sezioni
Uno dei punti di partenza, dopo la scelta del materiale da utilizzare, è il discorso legato alle sezioni dell’arco. Si parla, tecnicamente, del ventre dell’arco, del dorso e dell’impugnatura. Il ventre non è altro che la parte curvata, concava, dell’arco. Il dorso, invece, è la parte che viene sottoposta maggiormente tensioni mentre si usa lo strumento, per questo bisogna evitare di eliminare troppo materiale in eccesso da questa parte. L’impugnatura, invece, dev’essere lunga almeno sei-otto centimetri. Vediamo come realizzare queste tre parti cruciali dell’arco.
Come agire
Bisogna ottenere una curvatura adeguata dell’arco, eliminando il materiale in eccesso: va individuata la parte del legno che si tende in maniera più facile. Le zone più rigide vengono sottoposte ad una pulizia da materiale in eccesso più intensa. Durante questa delicata fase, bisogna assolutamente evitare di intaccare in alcun modo il dorso, altrimenti l’arco perderebbe la sua stabilità ed integrità. Ogni volta che si elimina il materiale, è necessario controllare la flessibilità dell’asta in generale. Sarà la zona di impugnatura ad essere più rigida delle altre.
Soltanto una volta che i flettenti dell’asta arriveranno ad assumere una curvatura uniforme, allora si può continuare (basta una curvatura di una decina di centimetri). Vanno create le parti terminati dei flettenti, dove si aggancia la corda, incidendo semplicemente il legno (non scavare troppo). Come corda dobbiamo utilizzare una chiamata “da tillering”: una volta incordato l’arco si deve mettere in posizione orizzontale per tendere la corda molto lentamente. Rimuovendo il materiale, pian piano, si può ottenere un risultato soddisfacente e uniforme. L’operazione sarà finita quando i due flettenti saranno in grado di curvarsi uniformemente e alla distanza giusta del nostro allungo. Successivamente, possiamo incordare l’arco con una corda definitiva.
Al termine di tutte queste procedure, dobbiamo rifinire la realizzazione, levigando il legno e modellando l’impugnatura per renderla comoda.
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